LA TEORIA U E ANALOGIE CON IL COACHING

Teoria U e analogie coaching

La teoria U di Otto Scharmer propone un processo, una modalità da seguire per fare emergere, dall’ascolto profondo e aperto di sé e del contesto che ci circonda, nuove modalità, soluzioni e strade da percorrere.

Analizzando i vari passaggi di questo processo (ascoltare – osservare – sentire – lasciare andare – presenziare – cristallizzare – prototipare – eseguire) sono emerse una serie di analogie con il percorso di coaching.

Come coach ci preoccupiamo innanzitutto di creare un ambiente protetto, un contenitore all’interno del quale il ns. cliente possa sentirsi al sicuro ed iniziare ad abbassare le barriere difensive ed aprirsi.

Lo aiutiamo prima di tutto ad ampliare la sua capacità di “ascoltare” sé stesso e l’ambiente che lo circonda, ad uscire dal proprio “download” che da spazio solo ai propri giudizi, opinioni e visioni, per iniziare a “osservare” la situazione che sta vivendo dall’esterno, da altre angolazioni e ad acquisire altri punti di vista.

Come coach attraverso la sospensione del giudizio e l’apertura della mente, del cuore e della volontà entriamo in connessione profonda ed empatica con il nostro cliente e lo invitiamo a “sentire” tutte le sensazioni e le emozioni che sta vivendo e a percepire quelle delle persone che lo circondano.

Attraverso l’uso sapiente delle domande, che passano dal contenuto, alle sensazioni, alle emozioni:
• lo accompagniamo a guardare dentro di sé, a comprendere quali sono i suoi veri bisogni;
• lo rendiamo consapevole di quali sono le spinte, (le sorgenti nascoste) che generano proprio quegli effetti disfunzionali che vuole evitare;
• lo aiutiamo a “lasciare andare” ciò che non serve più;
• lo sosteniamo nel creare lo spazio necessario per connettersi con il futuro che sta emergendo “presenziare”.

Una volta individuata la nuova strada da percorrere, i cambiamenti da attuare vengono “cristallizzati” in un piano di auto-sviluppo. Stimoliamo quindi il nostro cliente ad attivare le risorse necessarie per uscire dalla zona di confort per addentrarsi in territori nuovi e sperimentare nuovi comportamenti, come avviene nella fase di “prototipazione” fino a quando non sarà in grado di “eseguirli” in modo efficace nella propria realtà.

Anche noi come Coach, proprio per le nostre specifiche competenze, siamo chiamati a interrogarci su come evolvere come professionisti per poter veramente aiutare Leader, Team e Organizzazioni in questo importante processo di cambiamento evolutivo.

Forse, come invita Otto Scharmer a fare, è arrivato anche per noi coach il momento di connetterci ed attivare quello spazio generativo necessario per comprendere e co-creare il nuovo ruolo che siamo chiamati ad agire. Un ruolo che ci richiede oggi di operare a un livello più profondo, meno ego-sistemico e più eco-sistemico. Un ruolo che parte dalla consapevolezza che solo attraverso un analogo percorso osservazione, riflessione su sé stessi, di apertura e di connessione con il nostro sapere più profondo, saremo in grado di offrire ai nostri clienti ciò di cui hanno veramente bisogno.

Maria Terlizzi Corporate & Business Coach

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