LA GENTILEZZA

La Gentilezza

Nella nostra epoca siamo bravi a modificare la genetica delle cose, anche quelle che hanno più valore e da questa mutazione nascono mostruosità che hanno un prezzo e ricadute altissime.
Molte persone hanno forti pregiudizi verso chi possiede buone maniere, ha toni moderati nella comunicazione, si pone con dolcezza.
Forse alcuni hanno conosciuto il senso di smarrimento quando di fronte ad aggiramenti e manipolazioni non hanno potuto far altro che chiedersi il perchè.

Perchè ci sono cascati. E perchè ci hanno creduto…..

Il perchè è presto detto: tutti abbiamo bisogno di carezze, di amore, di accoglienza.
La vera gentilezza risponde a tutto questo ma perchè sia tale non ho trovato nulla che possa descriverla meglio della poesia di Naomi Shihab Nye.

La Gentilezza

Prima di sapere che cosa sia veramente la gentilezza
devi perdere delle cose,
devi sentire il futuro dissolversi in un momento
come il sale in un brodo leggero.
Ciò che tenevi nella mano,
quello che avevi contato e conservato con tanta cura,
tutto questo deve andarsene così saprai
quanto possa essere desolato il paesaggio
fra le regioni della gentilezza.
Come tu vai avanti a viaggiare,
pensando che l’autobus non si fermerà mai,
così i passeggeri che mangiano pollo e mais,
continueranno a guardar fuori dai finestrini per sempre.

Prima di imparare la dolce gravità della gentilezza,
devi viaggiare fin dove l’Indiano, nel suo poncho bianco,
giace morto sul ciglio della strada.
Devi capire che potresti essere tu quell’uomo
e che anche lui era qualcuno
che viaggiava nella notte con dei progetti
e con il semplice respiro che lo teneva in vita.

Prima che tu riconosca la gentilezza come la tua cosa più profonda,
devi riconoscere il dolore come l’altra cosa più profonda.
Devi svegliarti con il dolore.
Devi parlare al dolore finché la tua voce
non avrà afferrato il filo di tutte le sofferenze
e avrai dunque visto l’intero tessuto.

Allora sarà solo la gentilezza ad avere senso,
solo la gentilezza che ti allaccia le scarpe
e che ti fa uscire incontro al giorno
ad imbucare lettere o comprare il pane,
solo la gentilezza che alza la testa
in mezzo alla folla del mondo per dire
è me che hai continuato a cercato,
e che poi ti accompagna ovunque
come un ombra o un amico.

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