Ogni giorno ci è data la possibilità di guardare a ciò che ci accade come un sano e curioso apprendimento, scrivere e sottoscrivere un’altra pagina della nostra grandiosa esistenza.
Ciò a cui assistiamo, diversamente da quanto appena affermato, ha a che fare con l’approccio alla “prevedibilità” che di fatto è ciò che maggiormente ci rassicura.
In qualche modo è come se il nostro cervello apprezzasse maggiormente le vie brevi, quelle predittive e comunque battute.
Questo non è proprio ciò per cui siamo stati messi al mondo.
Non siamo qui per percorrere ogni giorno la stessa strada, annusare gli stessi aromi, indossare gli stessi abiti, frequentare le stesse persone.
Se affrontassimo i nostri impegni con la sicurezza della prevedibilità non potremmo accresceremo i nostri talenti che si sviluppano non tanto con ciò che conosciamo o sappiamo fare bensì e diversamente, con ciò che ancora non sappiamo di noi e delle tante alternative che possiamo scoprire.
La pigrizia è il nostro peggiore nemico. La rassegnazione lo è ancora di più perché è il risultato passivo di convinzioni che si generano proprio con la latente pigrizia.
In alcune circostanze mi sono interrogata su come poter ricontattare quella vitalità che a volte sembra soltanto un ricordo. Mi sono anche arrabbiata con un “me” diverso che non rispondeva ai criteri delle mie convinzioni.
Un andirivieni di emozioni in continua lotta rispetto a ciò che esiste oggi, PERFETTO così com’è, e ciò che è soltanto un ricordo, qualcosa che appartiene al tempo di ieri.
Nonostante mi sia ripetuta più e più volte che il passato è soltanto un’esperienza tra le molte il desiderio di ricongiungermi alla memoria di ieri sembra prevalere al nuovo di oggi.
Comodità? Pigrizia? Nostalgia? O semplicemente ci siamo abituati alla prevedibilità?
Credo ci sia un pò di tutto.
Una cosa è certa: dobbiamo riconoscere che se viviamo il ricordo come qualcosa da recuperare il tranello di associare il passato a punto di riferimento del presente può deresponsabilizzarci e indurci involontariamente a rinunciare a nuovi stimoli.
Come possiamo quindi accorgerci di questo tranello?
Osserviamo senza giudizio il nostro stato d’animo, la nostra energia proattiva, i nostri bisogni di self-care e di ascolto profondo.
Prestiamo ascolto alle nostre emozioni senza farci travolgere e se ci travolgono accettiamo che questo accada con l’impegno a lasciarle passare senza identificarci.
E infine consideriamo che ogni giorno possiamo fare la differenza iniziando a esplorare con curiosità e meraviglia la nuova pagina della nostra Vita.
E’ proprio quando vorremo aggrapparci a ciò che è già andato per trattenerlo, proprio in quel momento apriamo mani e cuore lasciando scorrere la linfa vitale del presente e accogliere così il nuovo.